di Lorenzo Parolin[L8/862]
Ad uno che non ammetta l’esistenza del Creatore, il discorso di Mattarella al recente meeting di Comunione e Liberazione può essergli suonato di livello elevato. Il Presidente infatti ha asserito che nessun “io” è autosufficiente, a causa della piccolezza di ciascuna unità di base, e che la cultura dell’egoismo è un grosso limite per l’umanità. È stato dunque lodevole quando ha indicato il “noi” come l’evoluzione ideale dell’“io”, e bene ha fatto a sottolineare come il tema dell’edizione 2016 del meeting sia stato ben condensato nella frase: “L’altro è un bene per noi”. L’altro, infatti, è indubbiamente un portatore di novità, con la sua individualità diversa da quelle di tutti gli altri. Ma la diversità, sarà sempre una ricchezza? Non necessariamente; se non fosse di qualità buona, sarebbe controproducente. Serve perciò sempre esprimere un giudizio di valore “bene-male” su ogni apporto collaborativo. Ho invece sentito l’oratore esaltare il “noi” come qualcosa di naturalmente buono e come se questo noi fosse una entità sopra-umana creata dalla comunità degli uomini: una sorta di distillato di intelligenze, degno di per sé di rispetto e di lode. Oltre a questo, purtroppo, l’oratore non si è spinto! Questa “divinità” a cui sottostare per ottenere un bene superiore a quello ottenibile individualmente, sarebbe lo Stato Democratico con le sue leggi costitutive e conservative, capaci, a detta degli adoratori della laicità, di produrre il progresso inarrestabile.
Dall’egoismo individuale, “l’io” può evolvere fruttuosamente all’egoismo di massa, “al noi”. Ma la vera evoluzione si ha quando sia “l’io” che “il noi” riconoscono il loro status di creature, oltretutto infettate dal Peccato Originale, e guardano in Alto alla ricerca dell’aiuto del Salvatore.
Qui, dunque, si annida il baco : si vuole fare tutto senza scomodare Dio, non per paura di importunarlo, ma per la determinazione di volerne fare a meno, pur continuando a parlare di amore, di altruismo, di filantropia e di bene comune. A chi non sia totalmente accecato dalla modernità risulterà chiaro come dietro al progetto di creare un regno fiorente dell’uomo senza bisogno di interpellare Dio ci sia l’adesione al progetto di Satana di ignorare Dio girandogli le spalle. L’uomo che crede in sé stesso ed esalta la sua razionalità è di fatto del partito del Demonio. Del Creatore, infatti, non lo senti mai parlare, anche se senza l’aiuto del Supremo l’uomo non può andare da nessuna parte: Dio rimane necessario all’uomo più dell’aria che respira. E Cristo, a tal proposito, è stato chiarissimo: “Senza di me non potete fare niente”. Non ha detto che possiamo fare poco, ha detto proprio niente. Che tristezza constatare che un presidente cristiano lavori per il vuoto, per il buio, per il freddo e per ciò che odora di zolfo! E il suo aspetto fisico trasmette proprio questa sensazione. Purtroppo, molti sono gli statisti, i governanti, i parlamentari, i costituzionalisti, i giudici, i conferenzieri, i dirigenti … contagiati dall’ orgoglio luciferino che vendono con grande umiltà. Essi vorrebbero non dipendere da niente e da nessuno e puntano a farsi le leggi da sé stravolgendo le leggi divine con l’intento ovviamente di apportare delle migliorie al Sistema, e davvero ce la mettono tutta per fare bene, ma volendo far passare per una filiera già preordinata dalla Natura delle unità troppo superbe, ciò che raccolgono in uscita sono degli oggetti da buttare, perché tritati e maciullati. Capisco che vogliano costruire cose imponenti e maestose, ma la Natura non si lascia impietosire dagli orgogliosi e fa il suo corso: manda al macero tutto ciò che non è ad essa conforme. Servono “ operatori ecologici ” per non farsi sommergere dalle macerie e operatori di giustizia per produrre mattoni di qualità con i quali costruire unità durevoli.
[rif. www.lorenzoparolin.it L8/862]